Procedencia, genealogía, armas e inscripción de títulos nobiliarios de las NOBLES CASAS DE LANZA DI TRABIA, COSTA DI BISIGNANO , GUERRERA DI CELA, MUCCIACCIARO DI SAVOIA, DE ITALIA, después de la caída de la Monarquía con residencia en Argentina.
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domingo, 17 de julio de 2016
miércoles, 15 de junio de 2016
miércoles, 18 de noviembre de 2015
martes, 17 de noviembre de 2015
Donna Nelly Haydee Costa Lanza Branciforte di Bisignano e Trabia
Donna Nelly Haydee Costa Lanza Branciforte di Bisignano e Trabia
XIIº Duchessa di Santa Lucia, ecc.
Dama di Corte di S.M. la Regina Sofia di Grecia e Danimarca di Spagna
Assesora Pedagogica della Regina di Spagna per Latinoamerica.
XIIº Duchessa di Santa Lucia, ecc.
Dama di Corte di S.M. la Regina Sofia di Grecia e Danimarca di Spagna
Assesora Pedagogica della Regina di Spagna per Latinoamerica.
(14-11-1930/ 25-07-2002)
IN MEMORIAM
14-11-2015
lunes, 14 de septiembre de 2015
Ritratto di Don Esteban Alonso Guerrero y Rodríguez, I° Marchese di Cela in Spagna
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Don Esteban Alonso Guerrero e Rodriguez
(* Malaga 1673 +Malaga 1741)
Suo decesso senza discendenza diretta darà origine alla Casa
Guerrera di Cela dell'Italia il cui Primo Capo fu Don Francesco
Guerrera Guerrero, cugino fratello di doppio vincolo di Don Esteban,
investito per il Re della Sardegna come IIº Marchese di Cela in
territorio sardo, dopo l'Unificazione del Regno: italiano.
Con
autorizzazione Reale Don Francesco sostituí le sue Armi con quelle della Casa dei Guerrero
(Armi Ostentate oggi per il VIIº Marchese di Cela, residente in Argentina.)
(Armi Ostentate oggi per il VIIº Marchese di Cela, residente in Argentina.)
domingo, 1 de febrero de 2015
Donna Caterina Branciforte di Branciforte, Principessa di Leonforte
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Principessa Donna Caterina Branciforte di Branciforte |
Caterina Branciforte nacque a Pietraperzia il 13 dicembre 1591, ed ebbe come padrino di battesimo don Giuseppe Paternò barone dei Raddusa, ed era nipote di Dorotea Barresi, crebbe creandosi una vasta cultura; il 25 novembre 1611 sposò il cugino Nicolò Placido Branciforte,fondatore di Leonforte. Ben presto i rapporti con il marito si incrinarono per il carattere autoritario del Branciforte, per cui Caterina visse per lo più a Pietraperzia essendo stata abbandonata dai parenti per paura di inimicizie con il marito.
Morì il 26 luglio 1634 ed è sepolta in un maestoso mausoleo nella chiesa dei cappuccini di Leonforte accanto al marito, e fino a qualche tempo fa erano dai leonfortesi tenuti in considerazione come fondatori e primi pincipi della città.
Alla sua morte Caterina Branciforte istituì il legato maritaggio "Monte Branciforte" con testamento del 15.7.1667, per dotare, in occasione di matrimonio, le figlie di quattro congiunte della testatrice (nel corso dei secoli non vi sono più congiunte dirette) ed in mancanza, tante vergini zitelle di Butera, Pietraperzia, Leonforte e Raccuia. I parenti si opposero. Dopo una lunga contestazione giudiziaria durata più di due secoli, con Regio Decreto 10.4.1904, l’opera fu dichiarata di beneficenza agli effetti della legge del 17.7.1890, e amministrata dalla
Congregazione di Carità di Mazzarino, dove si trovavano gli” stabilimenti” ampie estensioni terriere dalle quali si ricava la relativa rendita.
Ogni anno viene emesso un bando per i comuni interessati i quali hanno un proprio delegato all’interno del Monte.
Congregazione di Carità di Mazzarino, dove si trovavano gli” stabilimenti” ampie estensioni terriere dalle quali si ricava la relativa rendita.
Ogni anno viene emesso un bando per i comuni interessati i quali hanno un proprio delegato all’interno del Monte.
miércoles, 28 de enero de 2015
viernes, 9 de enero de 2015
Donna Maria Elcira Lanza Branciforte Dughetti di Costa Bisignano
DONNA MARIA ELCIRA LANZA BRANCIFORTE DUGHETTI DI COSTA BISIGNANO
( * Carlos Keen 1902 + Luján Rca Argentina 1982)
Figlia ed erede del Principe Don Cirpriano Lanza Branciforte di Trabia
Primo Capo dei Lanza di Trabia in Argentina.
Nipote di S.M. Re Luigi III di Baviera ( per via materna)
Figliaccia di S.A.I.R. Ruperto Ferdinando di Wittelsbach ed Austria, Principe Reale Ereditario di Baviera
Vicepresidentessa Vitalicia della Associacione di Docenti Pensionati
“ DomingoFaustino Sarmiento”
Principessa di Trabia, Principessa di Butera, di Scordia, Duchessa di Santa Lucia, ecc.
Principessa Consorte Costa di Bisignano, ecc.
Primo Capo dei Lanza di Trabia in Argentina.
Nipote di S.M. Re Luigi III di Baviera ( per via materna)
Figliaccia di S.A.I.R. Ruperto Ferdinando di Wittelsbach ed Austria, Principe Reale Ereditario di Baviera
Vicepresidentessa Vitalicia della Associacione di Docenti Pensionati
“ DomingoFaustino Sarmiento”
Principessa di Trabia, Principessa di Butera, di Scordia, Duchessa di Santa Lucia, ecc.
Principessa Consorte Costa di Bisignano, ecc.
domingo, 3 de agosto de 2014
Ritratto di Michele Reggio e Branciforte, Vicerè di Napoli
Ritratto di Filippo Guerrera, Primo Barone di Montebello, Capo dei Guerrera di Messina, poi Guerrera di Cela
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Stemma dei Guerrera di Messina poi Guerrera di Cela |
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Don Filippo Guerrera 1º Barone de Montebello e Capo dei Guerrera di Messina, poi Guerrera di Cela |
Nell'anno di 1504 fu investito barone di Montebello Filippo Guerrera, Maestro Notaro della R.G. Corte di Sicilia. I Guerrera di Messina oggi sono I Guerrera di Cela, questa Nobile Famiglia sono ora i propietari “ In Perpetuam” della Baronia di Montebello, residenti in Argentina dal 1948 con la caduta della Monarchia, il Primo Capo dei Guerrera di Cela in Argentina fu il Vº marchese di Cela Angelo Guerrera Guerrera, Capitano dell’Imperatore Re in Albania, cugino di Sua Maestà il Re d’Italia.
sábado, 2 de agosto de 2014
Ritratto di Maria Ines Dughetti Frau von Heygendorf e Wittlesbach, Contessa di Baviera
Donna Maria Ines Dughetti Frau von Heygendorf e Wittelsbach
Contessa di Baviera
(*Palermo 8-2-1850 + Lanús Rca. Argentina 20-4-1928)
Contessa di Baviera
(*Palermo 8-2-1850 + Lanús Rca. Argentina 20-4-1928)
Figlia naturale di S.M. Luigi III di Wittlesbach, Re di Baviera
e della Contessa Italo-tedesca
Maria Teresa Frau Heygendorf, Tindal Dughetti
(figlia del Gran Duca Carlo Augusto di Sajonia-Weimar-Eisenach)
e della Contessa Italo-tedesca
Maria Teresa Frau Heygendorf, Tindal Dughetti
(figlia del Gran Duca Carlo Augusto di Sajonia-Weimar-Eisenach)
Sposò Don Cipriano Lanza Branciforte di Trabia, Xº Principe di Trabia, ecc. Primo Capo
dei Lanza Branciforte di Trabia in Argentina.
dei Lanza Branciforte di Trabia in Argentina.
viernes, 1 de agosto de 2014
I Guerrera di Cela, Francesco Guerrera Guerrero e Rodriguez , Primo Capo di questa Nobile Famiglia
Stemma dei Guerrera di Cela appartenente a Don Francesco Guerrera Guerrero e Rodriguez , Primo Capo dei Guerrera di Cela, Francesco inizia la stirpe della Nobile Casa, essendo erede diretto di Don Esteban Alonso Guerrero y Rodríguez ( Iº Marchese di Cela a Spagna), chi decede senza eredi diretti, Francesco è suo cugino fratello di doppio vincolo ed il suo erede diretto nel Regno di Sardegna.
Il Re Carlo Emanuele IV di Sardegna per RR.LL.PP. del giorno 3 di aprile di 1797 lo riconosce i Titoli di: IIº Marchese di Cela, IXºConte di Guerrero, IXº Visconte di Guerrero, VIIº Conte di Montebello, VIº Barone di Boscopiano, Nixima e Montagna, e per un trattamento di S.M. assumere ed ostentare le armi della Casa Guerrero nella Casa Guerrera, già: " Guerrera di Cela", incomimciando così questa Nobile Famiglia.
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Don Francesco Guerrera Guerrero e Rodriguez , IIº Marchese di Cela, ecc |
(* Mineo 1768 + Messina 1844)
Cavaliere del Toison d'oro, Cavaliere di Malta, Capitano di Giustizia in Messina 1788-89, Consigliere Personale del Vicere di Sicilia ( 1790), Ministro di Affari Esteri del Re di Sardegna (1795-1798)
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Genealogía Familia Noble Italiana,
Retratos de Familia
Ritratto di Filippo II Guerrera Guerrero, IIIº Marchese di Cela, Consigliere Personale del Re Carlo Alberto di Sardegna
Ritratto di Gaetano Guerrera Guerrero, IVº Marchese di Cela, nell'inizio di sua Carriera Militare Diplomatica
Nella sua Carriera Diplomatica arrivo fino a la Casa dei Savoia, vintò la fiducia del Re Vittorio Emanuele III che lo nomino come Ufficiale Onorario di Ordenanza di S.A.R. il Principe del Piemonte Umberto di Savoia, del che fu suo più fedele servitore, arrivando ad essere Cavaliere del Re d'Italia, quando Umberto di Savoia fue incoronato come Re Umberto II d'Italia.
jueves, 31 de julio de 2014
Ritratto di Angelo Guerrera Guerrera, Vº Marchese di Cela, ecc, Capitano del Re Imperatore d'Italia in Albania
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Stemma dei Guerrera di Cela |
(* Napoli 1903 + Moreno -Argentina 1990)
Vº Marchese di Cela, XIIº Conte di Guerrero, Xº Conte di Montebello, IXº Barone di Montebello, IXº Barone di Boscopiano, Nixima e Montagna, Cavaliere della SS Annunziata.
Appartenente ad una delle 33 famiglie Nobili più importanti del Regno di Sicilia, fu Militare del Regio Governo Italiano, sposò Donna Maddalena Mucciacciaro di Savoia, nata Baronessa di Pontelandolfo, ( figlia della Principessa Lucia di Savoia-Genova di Mucciacciaro, bisnipote del Re Carlo Alberto di Sardegna).
Fu Capitano de Prima Divisione degli Eserciti dell'Ovest del Re Imperatore d'Italia.
Fu Capitano del Re d'Italia nella Capitale Imperiale in Tirana.
Fu investito per il Re con l'Ordine della S.S. Annunziata per il suo Servizio alla Casa Reale di Savoia.
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Riunione della Pace ( 1945) Don Angelo Guerrera Guerrera ( Circolo rosso) |
Morì in Moreno ( Argentina), terra dove si stabilì dopo la caduta della Monarchia in Italia.
miércoles, 30 de julio de 2014
Carlo Maurizio Maria Costa, Conte di Arignano Generale delle Armi in Sardegna
Carlo Maurizio Maria Costa, Conte di Arignano
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Stemma Regno di Sardegna ( Dinastia dei Savoia) |
Carlo Maurizio Maria Costa
(Fossano 1701 – Torino 2 ottobre 1755)
detto “il
Conte di Arignano”, Signore diArignano per cessione del feudo da parte del
fratello, investito del feudo il 30 giugno 1733, Nobile di Chieri,
Cavalieredell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, ebbe il gradi di Tenente
Colonnello di Fanteria del Regio Esercito Sardo il 1gennaio 1742, Tenente
Colonnello Effettivo nel Reggimento di Fanteria Italiana Lombardia dal 19
marzo 1743, promosso a Colonnello il 5 marzo 1744, promosso a Brigadiere
il 20 gennaio 1747, Comandante del Reggimento di Fanteria d’Ordinanza Nazionale Monferrato dal
19 ottobre 1748, promosso a Maggior Generale il 5 maggio 1754,Generale
delle Armi in Sardegna dal 1 agosto 1754, Governatore di Cuneo dal
31 agosto 1755
Conte Vittorio Amedeo Filiberto Costa, Vicerè di Sardegna ( 1755)
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Stemma Regno di Sardegna ( Dinastia dei Savoia) |
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Stemma dei Conti Costa della Trinità |
Vittorio Amedeo Filiberto Costa
(Torino 1698 - Torino 2 maggio 1777)
Conte di
Trinità, Signore di Carrù,Arignano, Polonghera, Borgaro Cornalense, Fortepasso,
Malpertusio e Val di Cosso, cedette il feudo di Arignano alfratello minore
Carlo Maurizio, investito dei feudi paterni il 30 giugno 1733, Signore di
Castelletto e Saleggio con Vald’Ussone per Sentenza della Regia Camera dei
Conti di Torino emessa in data 17 ottobre 1753 (con cui furonoriconosciuti ai Costa
i diritti di successione su quelle terre in virtù della discendenza dagli
Scarampi del Cairo,mettendoli in possesso dei tre feudi che costituivano 1/4
dell’intera Signoria del Cairo), investito il 13 giugno 1758, Nobile di
Chieri, Cavaliere dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro dal 15 giugno 1751,
nominato Cavalieredell’Ordine Supremo della Santissima Annunziata con Brevetto
del 4 dicembre 1763.
Pur non costituendo un esempio isolato fra le famiglie nobili
piemontesi del tempo, la carriera militare rappresentò nella famiglia
Costa, per varie generazioni, un cursus honorum modello, tanto
da risultare un caso eccezionale anche per il Piemonte. Da Giorgio
Maria, generale maestro di campo di Emanuele Filiberto e colonnello di
Carlo V, al nipote Francesco Maria, colonnello di Carlo Emanuele I morto
nell'assedio di Alba, al figlio Girolamo Maria maresciallo generale di
campo di Carlo Emanuele II. Lo stesso padre del C. fu generale di
battaglia di Vittorio Amedeo II e mori a soli trentaquattro anni nel
1712, lasciando numerosi figli. Non stupisce quindi che tre di essi
abbracciassero la carriera militare, dopo aver frequentato i corsi
dell'Accademia militare, fondata a Torino dalla seconda Madama Reale
Maria Giovanna Battista di Savoia-Nemours. Oltre al C., infatti, anche
il fratello Carlo Maurizio,
detto il conte di Arignano, combatté sotto Carlo Emanuele III come
maggiore generale e fu governatore di Cuneo nel 1755, anno della sua
morte. L'altro fratello Luigi, balivo
dell'Ordine di Malta, combatté a lungo nel Mediterraneo nella marina
dell'Ordine. Maggiore generale nel 1761, fu anch'egli come il Conte Vittorio Costa., e a
volte per questo confuso con esso, viceré di Sardegna nel 1763,
governatore di Pinerolo e ispettore generale della cavalleria nel 1767,
tenente generale nel 1771.
Il Conte Vittorio Costa, iniziò la carriera militare
durante la guerra di successione polacca, levando a proprie spese un
reggimento provinciale del quale ottenne da Carlo Emanuele III il
brevetto di colonnello, nei primi mesi del 1734. Il 1º ag. 1734 venne
nominato colonnello del reggimento di Lombardia e prese parte alla
battaglia di Guastalla. Al termine della guerra il reggimento fu sciolto
e il Conte Vittorio Costa. rientrò a Torino.
Già unitosi in matrimonio con Anna
Caterina Piossasco di None, perse il 26 nov. 1736la giovane moglie,
morta di parto dando alla luce un figlio maschio, Paolo Girolamo, che
ereditò in seguito il titolo e il patrimonio. Il 17 febbr. 1738 il Conte Vittorio Amedeo Filiberto Costa della Trinità.
sposava a Torino Clara Anastasia di Valesa, dalla quale ebbe Vincenzo
Giuseppe, detto il conte di Polonghera, anch'egli militare, Maria Anna,
Giuseppe Ludovico, Maria Geltrude.
La nuova entrata in guerra di
Carlo Emanuele III in favore della successione di Maria Teresa d'Austria
vide il Conte Costa. fra i protagonisti delle dure campagne militari. Partecipò
alla battaglia di Camposanto l'8 febbr. 1743. L'anno seguente fu
nominato brigadiere generale, quindi maggiore generale nel 1745, tenente
generale nel 1749. Partecipò alla riconquista di Asti nel 1746 e alla
liberazione di Alessandria. L'anno seguente invece comandò il corpo
avanzato di spedizione in Val di Stura e fino al 1749 combatté i
tentativi francesi di invasione lungo il litorale e il retroterra
nizzardi.
Governatore militare di Nizza nel 1749 il Conte Costa., in
ricompensa dei suoi servizi, venne creato il 15 giugno 1751 cavaliere
dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro. A coronamento della sua
brillante carriera militare pochi anni dopo, con lettere patenti del 25
apr. 1755, venne nominato capitano generale e viceré di Sardegna,
giungendo nell'isola, a Cagliari, il 24 maggio 1755.
A poco più di
trent'anni dalla conquista dell'isola, infatti, la carica di viceré
restava ancora legata per i Savoia alla funzione prevalentemente
militare dell'ufficio e destinata quindi ai membri e agli esponenti più
in vista dell'antica nobiltà militare piemontese. E ciò soprattutto
perché il governo riconosceva i pericoli insiti nel nuovo dominio, dallo
scarso attaccamento della popolazione verso la nuova dinastia ancora
estranea, all'influenza dell'alta e media nobiltà isolana, sempre legata
alla Corona di Spagna, e al sempre presente pericolo delle incursioni,
che, quasi ogni anno, muovevano dalle vicine reggenze barbaresche. Non
stupisce quindi il fatto che per tutto il Settecento la carica di viceré
fosse appannaggio delle alte cariche militari della nobiltà piemontese,
come i baroni di Saint-Rémy e di Blonay o i conti d'Apremont, della
Trinità, di Bricherasio o i marchesi di Cortanze, di Castagnole, di
Rivarolo, di Santa Giulia.
Il triennio del viceregno del Conte Vittorio Amemdeo Filiberto Costa., pur
senza avvenimenti di particolare rilievo, merita di essere segnalato per
alcuni aspetti particolari. Già all'atto della nomina infatti il Conte Costa.
ricevette, con carta reale del 12 apr. 1755, un ampio regolamento sugli
uffici e le cariche dell'isola, al fine di evitare il ripetersi di
conflitti di competenza come quelli avvenuti nel triennio precedente,
sotto il viceregno del conte di Bricherasio, quando si erano verificati
numerosi attriti fra lo stesso viceré, e l'intendente generale conte di
Calamandrana. Per appianare tali conflitti il sovrano era stato
costretto all'invio di due commissari regi, i mastri uditori della
Camera dei conti Cauda e Curlando. Sicché sia nella scelta del nuovo
viceré sia nelle istruzioni dategli Carlo Emanuele III procurò che il Conte Costa.
appianasse tutte le divergenze nate tra i vari ufficiali ed evitasse
nel suo triennio il ripetersi di tali incidenti.
Tra i gravi
problemi che affliggevano l'isola in quegli anni uno dei più seri era
quello dato dal basso incremento della popolazione, già molto scarsa,
con una densità, all'inizio della dominazione sabauda, di dodici
abitanti per Kmq. La stessa scarsa conoscenza delle cause del fenomeno
aveva ingenerato, sia a Torino sia a Cagliari, la diffusa convinzione
che il rimedio più opportuno fosse quello della creazione di nuove
colonie. In realtà se in due o tre casi, come quelli delle colonie
nell'isola di San Pietro o in Montresta i risultati erano stati
positivi, spesso tali progetti e iniziative fallivano. Lo stesso Conte Costa.
quindi avvisava la corte di Torino che molte delle proposte che "si
facevano per l'introduzione di altre colonie nell'isola erano di assai
scarso realismo e non misuravano i notevoli ostacoli che le votavano al
fallimento. Egli stesso proponeva quindi che una parte degli aiuti
destinati a tale scopo venissero utilizzati per favorire nuovi matrimoni
fra la popolazione residente, essendo assai diffusa la consuetudine dei
matrimoni in età matura, dopo il trentesimo anno, dovendo i giovani
procurarsi "di buoi e attrezzi agricoli, la sposa il letto e i domestici
utensili". Egli proponeva quindi l'istituzione di doti gratuite, da
distribuirsi annualmente, per favorire i matrimoni fra i più giovani.
Anche se accolta favorevolmente a Torino, tale proposta non ricevette
applicazione che alla fine del secolo, quando Vittorio Amedeo III
istituì l'assegnamento di ventiquattro doti di 60 scudi l'una sulla R.
Cassa. In realtà la vera causa dello scarso incremento della popolazione
sarda in quell'epoca era da attribuirsi in gran parte alla malaria e
all'altissima mortalità infantile. Secondo i dati forniti da Giuseppe
Maria Incisa Beccaria, arcivescovo di Cagliari (1800-1810, cfr. Ciasca,
p. 9) nel decennio 1766-76 nelle parrocchie di Cagliari moriva in media
il 41,3% della popolazione fra uno e sette anni e nelle parrocchie di
Sassari moriva il 45,83% della popolazione fra uno e sette anni.
Allo
scadere del triennio il Conte Vittorio Amedeo Filiberto Costa., ritornato a Torino, fu nominato governatore
di Tortona l'11 luglio 1758 e l'anno seguente governatore di Novara.
Rientrato a Torino entrò a far parte della corte con la nomina a gran
maestro della Casa reale, il 27 sett. 1763. Pochi mesi dopo ottenne il
cavalierato dell'Ordine supremo della SS. Annunziata. Morì a Torino,
nella parrocchia di S. Giovanni Battista, il 2 maggio 1777.
martes, 29 de julio de 2014
CONTE FRANCESCO LUDOVICO COSTA DELLA TRINITA’, VICERÈ DI SARDEGNA
CONTE FRANCESCO LUDOVICO COSTA DELLA TRINITA’, VICERÈ DI SARDEGNA
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Stemma Regno di Sardegna ( Dinastia dei Savoia) |
Ludovico (al Battesimo Francesco Lodovico) Costa
(Torino 17
febbraio 1699 - Pinerolo 1772)
Nobile di Chieri,Cavaliere dell’Ordine di
Malta, professò i voti con dispensa per la minore età il 30 giugno 1709, Balì
dell’Ordine di Malta, Ufficiale delle Galere dell’Ordine Gerosolimitano, ebbe
il grado di Tenente Colonnello di Cavalleria del Regio Esercito
Sardo il 25 febbraio 1745, Tenente Colonnello Effettivo dal 5 marzo
1747, promosso a Colonnello il 28 ottobre1748, Comandante del Reggimento
Dragoni di Piemonte dal 28 ottobre 1748, Comandante del Reggimento Dragoni
del Genevese dal 5 gennaio 1763, promosso a Brigadiere il 26 febbraio 1757,
promosso a Maggior Generale il 21gennaio 1761, Viceré di
Sardegna dal 30 luglio
1763 al 4 settembre 1767,
Governatore di Pinerolo ed Ispettore Generale della Cavalleria dal 4 settembre
1767, promosso a Tenente Generale il 12 marzo 1771, in gioventù combatté
allungo nel Mediterraneo nella Marina dell’Ordine Gerosolimitano, come Viceré
di Sardegna riorganizzò le Università di Sassari e Cagliari e promosse l’introduzione
e la diffusione della lingua italiana nell’amministrazione statale, inoltre introdusse
provvedimenti in materia di coltivazione e commercio di tabacco e cereali e
emanò divieti sul pascolo esull’allevamento.
Il conte Ludovico Costa della Trinità intensificò la
sua attività legislativa con editti reali e pregoni sotto il
suggerimento del ministro Bogino. Tra i provvedimenti più importanti la
riorganizzazione dell'università di Cagliari e di Sassari,
l'introduzione e la diffusione della lingua italiana.
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Don Francesco Lodovico Costa, Vicerè di Sardegna crea, dietro mandato Regio una Congregazione di Carità ( Archivio Stato di Cagliari) |
Il viceré stimolò e potenziò le attività industriali con la regolamentazione della coltivazione del tabacco e l'introduzione di norme contro il contrabbando. Altri provvedimenti furono emanati per combattere l'omissione della denuncia annuale dei cereali. Fu resa obbligatoria, infatti, la rilevazione annuale dei nuclei familiari e la quantità dei cereali prodotti.
Alcuni decreti, come quello sui porti abilitati
all'imbarco dei cereali da esportare, si rivelarono di difficile
applicazione a causa della loro rigidità.
Il viceré introdusse ulteriori divieti riguardanti il pascolo del bestiame e l'allevamento in generale.
Al fine di concludere la lite tra
il Feudo di Oliva e lo Stato, il Bogino propose un piano di risanamento
che prevedeva all'interno dello stesso feudo una politica di
ripopolamento, l'assegnazione di doti e l'introduzione di forestieri, il
potenziamento dell'agricoltura con sistemi innovativi, il miglioramento
dell'allevamento del bestiame, l'incentivazione al commercio e allo
sviluppo di nuove piantagioni e manifatture. Con l'accettazione della
proposta fu rimossa la confisca del feudo che durava da oltre quaranta
anni e riconosciuto un indennizzo di 2500 scudi sardi per venticinque
anni. Con successivo decreto il sovrano attribuì la dignità di ducato al
Monteacuto, di principato all'Anglona, di marchesato al Marghine e di
contea a Osilo e al Coghinas, tutte contrade appartenenti al feudo di
Oliva.
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