martes, 29 de julio de 2014

CONTE FRANCESCO LUDOVICO COSTA DELLA TRINITA’, VICERÈ DI SARDEGNA

CONTE FRANCESCO LUDOVICO COSTA DELLA TRINITA’, VICERÈ DI SARDEGNA

Stemma Regno di Sardegna ( Dinastia dei Savoia)

Ludovico (al Battesimo Francesco Lodovico) Costa
(Torino 17 febbraio 1699 - Pinerolo 1772)
 Nobile di Chieri,Cavaliere dell’Ordine di Malta, professò i voti con dispensa per la minore età il 30 giugno 1709, Balì dell’Ordine di Malta, Ufficiale delle Galere dell’Ordine Gerosolimitano, ebbe il grado di Tenente Colonnello di Cavalleria del Regio Esercito Sardo il 25 febbraio 1745, Tenente Colonnello Effettivo dal 5 marzo 1747, promosso a Colonnello il 28 ottobre1748, Comandante del Reggimento  Dragoni di Piemonte dal 28 ottobre 1748, Comandante del Reggimento  Dragoni del Genevese dal 5 gennaio 1763, promosso a Brigadiere il 26 febbraio 1757, promosso a Maggior Generale il 21gennaio 1761, Viceré di Sardegna dal 30 luglio 1763 al 4 settembre 1767, Governatore di Pinerolo ed Ispettore Generale della Cavalleria dal 4 settembre 1767, promosso a Tenente Generale il 12 marzo 1771, in gioventù combatté allungo nel Mediterraneo nella Marina dell’Ordine Gerosolimitano, come Viceré di Sardegna riorganizzò le Università di Sassari e Cagliari e promosse l’introduzione e la diffusione della lingua italiana nell’amministrazione statale, inoltre introdusse provvedimenti in materia di coltivazione e commercio di tabacco e cereali e emanò divieti sul pascolo esull’allevamento.


Il conte Ludovico Costa della Trinità intensificò la sua attività legislativa con editti reali e pregoni sotto il suggerimento del ministro Bogino. Tra i provvedimenti più importanti la riorganizzazione dell'università di Cagliari e di Sassari, l'introduzione e la diffusione della lingua italiana.




Don Francesco Lodovico Costa, Vicerè di Sardegna crea, dietro mandato Regio una Congregazione di Carità ( Archivio Stato di Cagliari)



Il viceré stimolò e potenziò le attività industriali con la regolamentazione della coltivazione del tabacco e l'introduzione di norme contro il contrabbando. Altri provvedimenti furono emanati per combattere l'omissione della denuncia annuale dei cereali. Fu resa obbligatoria, infatti, la rilevazione annuale dei nuclei familiari e la quantità dei cereali prodotti.
Alcuni decreti, come quello sui porti abilitati all'imbarco dei cereali da esportare, si rivelarono di difficile applicazione a causa della loro rigidità.

Il viceré introdusse ulteriori divieti riguardanti il pascolo del bestiame e l'allevamento in generale. 

Al fine di concludere la lite tra il Feudo di Oliva e lo Stato, il Bogino propose un piano di risanamento che prevedeva all'interno dello stesso feudo una politica di ripopolamento, l'assegnazione di doti e l'introduzione di forestieri, il potenziamento dell'agricoltura con sistemi innovativi, il miglioramento dell'allevamento del bestiame, l'incentivazione al commercio e allo sviluppo di nuove piantagioni e manifatture. Con l'accettazione della proposta fu rimossa la confisca del feudo che durava da oltre quaranta anni e riconosciuto un indennizzo di 2500 scudi sardi per venticinque anni. Con successivo decreto il sovrano attribuì la dignità di ducato al Monteacuto, di principato all'Anglona, di marchesato al Marghine e di contea a Osilo e al Coghinas, tutte contrade appartenenti al feudo di Oliva.